Roversi Paolo - 2013 - L'ira funesta: Il primo caso del maresciallo Valdes by Roversi Paolo

autore:Roversi Paolo
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-01-08T23:00:00+00:00

PARTE TERZA

La notte prima della fine del mondo

Estremi rimedi

La Bassa era spuntata all’improvviso, distesa dietro l’appennino. Pigra e verde come la ricordava, un corpo piatto ma comunque sinuoso disteso accanto al finestrino come una musa felliniana.

Giulia scese sul marciapiede rovente della stazione e venne investita da un caldo umido e afoso. L’isola ormai era solo un ricordo lontano; niente scirocco a Bologna la grassa.

Non ci ritornava da secoli e non ci rimase più del tempo necessario per noleggiare una macchina e ripartire. Si sentiva risucchiata come in un vortice dopo i tempi lenti e dilatati a cui si era abituata tra uno sbarco e l’altro.

Il borgo in cui l’avevano spedita si trovava a un’ottantina di chilometri dal capoluogo emiliano, appena varcato il confine lombardo. Quando imboccò l’autostrada verso Modena la stanchezza cominciò a farsi sentire. Era in piedi dalle sei del mattino col conforto solo di una brioche e un cappuccino mentre l’orologio dell’auto segnava le quattro del pomeriggio.

Trovò il tempo per un caffè, una macedonia che sapeva di aldilà e una mezza di minerale in autogrill; il massimo del relax che si poteva concedere. Il tempo correva e Giulia aveva fretta di arrivare. Stando a quanto le aveva riferito Marta al telefono, la situazione si stava ingarbugliando: oltre al matto era spuntato fuori perfino un cadavere. Bisognava seguire il caso, raccontare lo sviluppo delle indagini. Più in fretta possibile per battere le altre agenzie e i telegiornali. Cercò di non pensarci troppo e si concentrò sulla guida.

Il paesaggio circostante la rilassava. Ovunque guardasse c’erano campi coltivati e capannoni: la laboriosità padana a perdita d’occhio. Se la ricordava da quando d’estate veniva su dalla capitale in treno per trascorrere le vacanze in riviera romagnola. Le pareva fossero trascorsi secoli ma si trattava di una decina d’anni o poco più.

Dopo un’ora di viaggio lasciò l’autostrada e venne catapultata in un mondo ancora più verde, la campagna era lussureggiante e, man mano che si avvicinava al Piccola Russia, le costruzioni si facevano più rade. S’incontravano solo fattorie ai lati della strada che diventava sempre più stretta e priva di linea di mezzeria.

A Giulia piaceva quell’atmosfera alla Don Camillo, specialmente quando, arrivando dalla statale costeggiata da campi di granoturco incorniciati dalle luci blu delle porcilaie, le venne incontro un cartello, appeso alla staccionata di una fattoria, che la fece sorridere: SI REGALANO CONIGLI NANI. BELLISSIMI.

“Sembra impossibile” si disse “che in un posto dove si regalano animaletti da compagnia si possa commettere un omicidio.”

Naturalmente si sbagliava. Quando spense il motore e scese dall’auto si rese conto di quanto quei luoghi comuni fossero solo espressioni trite e ritrite.

Il male esiste ovunque, specialmente in provincia. E quello che vide la lasciò senza fiato.

Di schifezze Giulia, nel corso della sua carriera, ne aveva documentate parecchie ma la scena che trovò al Piccola Russia la lasciò a bocca aperta: i carabinieri, per qualche ignota ragione, stavano bombardando una casa. E non era un’esagerazione giornalistica, stavano letteralmente lanciando bombe esplosive contro le finestre dell’abitazione!

Assisteva a quella barbarie una fiumana

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